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Estati siccitose: il riutilizzo delle acque reflue depurate potrebbe essere un aiuto

17 ottobre 2024 | Claudia Carle

Con il cambiamento climatico aumentano le estati calde e asciutte, durante le quali anche in Svizzera, a livello regionale, l'acqua comincia a scarseggiare. Il riutilizzo delle acque reflue depurate potrebbe contribuire a risolvere questo problema. Ciò è stato dimostrato da un team della Eawag su incarico dell’UFAM e di alcuni cantoni. I ricercatori e le ricercatrici hanno anche spiegato cosa deve essere ancora fatto per trasformare questa opzione in realtà. 

La Svizzera viene spesso definita la «riserva d’acqua dell’Europa». Le estati calde e asciutte degli ultimi anni hanno però dimostrato che anche nel nostro Paese ricco d'acqua, quest’ultima può temporaneamente scarseggiare a livello regionale. A fronte del cambiamento climatico, situazioni del genere tenderanno ad aumentare. Oltre alla penuria della disponibilità idrica, in questi periodi aumenta nel contempo anche il fabbisogno d’acqua, ad esempio per l’irrigazione agricola o per l'acqua di raffreddamento. Occorreranno un utilizzo e una gestione delle risorse idriche all’insegna della sostenibilità per prepararsi ad affrontare il futuro. L’Istituto per la Ricerca sulle Acque Eawag, nell’ambito del progetto da poco concluso «Riutilizzo dell’acqua in Svizzera», ha analizzato se un’opzione a questo riguardo potrebbe essere anche il riutilizzo delle acque reflue domestiche depurate. Queste acque potrebbero essere impiegate ad esempio per l’irrigazione di superfici agricole e aree verdi, nelle economie domestiche private per lavatrici e scarichi dei WC oppure nell’industria come acque di raffreddamento e acque di processo. Ciò ridurrebbe la quantità d’acqua che per coprire il fabbisogno deve essere prelevata dalle acque sotterranee o dai corpi idrici.
 

Negli USA, in Australia, Singapore ed Europa del Sud, dove la scarsità di acqua fa parte della quotidianità, le acque reflue domestiche già da tempo vengono trattate per il riutilizzo, ricavandone in parte addirittura acqua potabile. In Svizzera comunque questo non è un argomento per l’immediato. Il riutilizzo dell'acqua con dispersione nel terreno, come ad esempio nell’irrigazione delle superfici agricole, è attualmente proibito per la protezione dei corpi idrici. Tutte le altre destinazioni d’uso come per esempio il riutilizzo negli edifici non rappresentano un problema per la protezione dei corpi idrici, ma mancano comunque le direttive di legge e i requisiti di qualità a tutela della salute umana.

I cantoni vedono la necessità del riutilizzo dell’acqua

L’UE a questo riguardo è già un passo avanti: si è posta l’obiettivo di promuovere il riutilizzo dell’acqua negli stati membri. Nel 2023 è entrato in vigore un regolamento che consente il riutilizzo delle acque reflue comunali depurate per l’irrigazione agricola e che al riguardo stabilisce dei requisiti minimi. L’attuazione di questo regolamento rimane comunque a discrezione degli stati membri. Per esempio Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria non lo stanno ancora mettendo in atto.

Con un sondaggio presso gli uffici cantonali delle acque, nell’ambito del progetto «Riutilizzo dell’acqua in Svizzera», i ricercatori e le ricercatrici del dipartimento Tecnica dei processi della Eawag, sotto la guida di Eberhard Morgenroth, hanno analizzato se in Svizzera è necessario il riutilizzo dell’acqua. Al riguardo, 19 cantoni ritengono necessario il riutilizzo dell’acqua per diversi impieghi inclusa l’irrigazione, e 13 di questi cantoni lo considerano una misura d’emergenza durante i periodi di siccità. Soltanto 4 cantoni hanno dichiarato di non vedere mai la necessità di riutilizzare l’acqua nel cantone.

Con il progetto si è quindi esaminato più attentamente il tema del riutilizzo dell'acqua in Svizzera, si sono confrontati offerta e fabbisogno e si sono individuate le opportunità e i rischi, ricavandone proposte d’intervento.

Offerta e fabbisogno possono stare bene insieme

Confrontando a livello spaziale i luoghi dove in Svizzera arrivano le acque reflue depurate e quelli dove c’è bisogno del riutilizzo di queste acque, i ricercatori e le ricercatrici hanno trovato una buona correlazione. Infatti le maggiori quantità di acque reflue depurate sono presenti nei grandi impianti di depurazione delle regioni densamente popolate, ovvero soprattutto nell’Altopiano. Lì si trova anche la maggior parte dei potenziali utenti di acque reflue depurate: superfici agricole, industria, economie domestiche e aree verdi urbane.
 

Una ulteriore prima analisi dei ricercatori e delle ricercatrici dimostra inoltre che le quantità di acque reflue depurate presenti durante il tempo asciutto sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno momentaneo di irrigazione dell'agricoltura e degli insediamenti.

«La scarsità di acqua è sempre un problema locale», afferma Eberhard Morgenroth. «Per questo occorre identificare, di volta in volta, le possibilità per l’approvvigionamento idrico che riducano al minimo il trasporto dell'acqua e dove domanda e offerta coincidano anche dal punto di vista temporale.» Egli ritiene che la migliore soluzione potrebbe essere, in base alle condizioni generali, l’utilizzo delle risorse idriche tradizionali, il riutilizzo decentralizzato dell’acqua negli edifici o l’impiego delle acque reflue depurate provenienti dagli impianti di depurazione centrali.

La gestione dei rischi

Se le acque reflue depurate vengono riutilizzate, non ritorneranno - o ritorneranno più tardi - ai corpi idrici. I ricercatori e le ricercatrici hanno quindi voluto sapere se ciò potrebbe diventare un problema per le quantità d’acqua nei corpi idrici. Hanno analizzato in che misura lo scarico degli impianti di depurazione contribuisce alla quantità d'acqua dei rispettivi corpi idrici. Ecco la loro conclusione: per la gran parte degli impianti di depurazione sarebbe possibile il riutilizzo delle acque reflue senza superare le quantità massime previste dalla legge per i prelievi di acqua dai corpi idrici. Pertanto, nella maggior parte dei casi, il riutilizzo dell’acqua non comprometterebbe le funzioni naturali del corpo idrico. «Bisognerà tuttavia sempre valutare se l’acqua debba essere riutilizzata per altri scopi o reimmessa nei corpi idrici», aggiunge Eberhard Morgenroth.

Le acque reflue depurate, a seconda della provenienza e del trattamento, possono comunque contenere ancora diverse impurità. Affinché il riutilizzo sia sicuro e non problematico per l’essere umano e per l’ambiente, occorrerebbe definire, per ogni destinazione d’uso, i requisiti richiesti alla qualità dell'acqua, come del resto viene già fatto in alcuni Paesi. Ad esempio l’UE ha stabilito requisiti differenziati per la qualità dell'acqua riutilizzata per l’irrigazione delle superfici agricole, a seconda se sul terreno crescono piante energetiche o prodotti alimentari. Negli USA vigono norme consolidate per il riutilizzo diretto per gli scarichi dei WC negli edifici. I ricercatori e le ricercatrici ritengono che occorrerebbe una gestione globale dei rischi, che come primo passo preveda la scelta degli impianti di depurazione adatti, cioè dei quali poter utilizzare le acque reflue, quindi la determinazione delle successive fasi di trattamento delle acque reflue depurate e infine le disposizioni riguardo al tipo e alla data dell’irrigazione.

Tre domande a Eberhard Morgenroth

Il riutilizzo dell’acqua rappresenta un’opzione che in Svizzera può contribuire a una gestione sostenibile delle risorse idriche?

Sì, ma una gestione efficace delle acque necessita di vari piani di azione a cui attingere in caso di scarsità idrica. In Svizzera il portafoglio per una gestione sostenibile delle risorse idriche, oltre all’aumento dell’efficienza di utilizzo dell'acqua e all’accesso alle risorse idriche convenzionali, dovrebbe parimenti comprendere anche il riutilizzo dell'acqua.

Quali sono i prossimi passi da intraprendere per consentire il riutilizzo dell'acqua in Svizzera?

Con il crescente interesse per il riutilizzo dell'acqua, è importante per la Svizzera formulare chiari requisiti e condizioni di base. Per quanto concerne l’attuazione pratica e la gestione del riutilizzo dell’acqua, esistono nell’UE e negli altri Paesi esteri buoni esempi da cui possiamo imparare.

Qual è il contributo della Eawag a questo riguardo?

Nel rapporto finale sul progetto forniamo chiare raccomandazioni su quali dovrebbero essere i prossimi passi al fine di migliorare in maniera ben strutturata il riutilizzo dell’acqua. La Eawag vuole contribuire all’elaborazione di direttive e condizioni di base per la qualità dell’acqua, il funzionamento e il monitoraggio degli impianti per il riutilizzo dell'acqua, nonché allo sviluppo di efficaci tecnologie per il trattamento. Vogliamo inoltre analizzare a quali condizioni la popolazione accetta il riutilizzo delle acque reflue depurate e raccogliere esperienze derivanti da sperimentazioni pilota in Svizzera. La Eawag ha molti contatti a livello internazionale nel campo del riutilizzo dell’acqua e sta ulteriormente espandendo le competenze in questo settore.
 

Il Consiglio federale sta elaborando una strategia nazionale dell’acqua

Attualmente la gestione dell'acqua spetta ai cantoni. Sono già scaturite strategie dell’acqua molto diverse da cantone a cantone. Nella sessione estiva 2024 il parlamento ha avviato l’elaborazione di una strategia nazionale come obiettivo del programma legislativo per il periodo fino al 2027. Nel quadro dell’adeguamento al cambiamento climatico (Obiettivo 25), il Consiglio federale approverà, come misura 127, una strategia dal titolo: «Gestione dell'acqua – periodi di siccità, precipitazioni intense, qualità dell’approvvigionamento idrico, salvaguardia degli habitat acquatici». La motivazione è stata l’estate siccitosa del 2022 e l’ammissione da parte della politica che, in caso di scarsità dell’acqua, è sempre più necessario stabilire delle priorità negli interessi dell’industria, delle economie domestiche, dell'agricoltura e della produzione energetica. Con una priorizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche, i cantoni possono garantire la copertura del fabbisogno d’acqua e la tutela degli ecosistemi acquatici. «Non può essere che ogni cantone operi secondo la propria ricetta, occorre un coordinamento», ha affermato a grandi linee la consigliera agli Stati Céline Vara (Verdi/NE).

Immagine di copertina: In alcuni Paesi confinanti con la Svizzera, dal 2023 è consentito irrigare le superfici agricole con le acque reflue comunali depurate (Foto: Adobe Stock).
 

Pubblicazione originale

Knabl, M.; Rist, B.; Morgenroth, E. (2024) Wasserwiederverwendung in der Schweiz. Bedarf, Chancen, Risiken und abgeleitete Handlungsempfehlungen für Verantwortliche, 189 p, doi:10.55408/eawag:32884, Institutional Repository
Knabl, M.; Rist, B.; Morgenroth, E. (2024) Réutilisation de l’eau en Suisse. Besoins, opportunités, risques et recommandations dérivées à l’attention des responsables, 196 p, doi:10.55408/eawag:33722, Institutional Repository

Finanziamento / cooperazioni

  • Eawag
  • Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)
  • Ufficio per i rifiuti, l’acqua, l’energia e l’aria del Canton Zurigo
  • Ufficio per l'acqua e i rifiuti del Cantone di Berna
  • Ufficio per l'ambiente del Cantone di Soletta
  • Direction générale de l’environnement du canton de Vaud